On Tue, 21 Sep 2004 19:42:47 +0200
Marco Valli <marco_valli@xxxxxxxxxxxxx> wrote:
> Credo che esistano ancora molte differenze tra chi è proprietario (o
> amministratore delegato) di un'azienda e chi ne è dipendente, tra
> chi prende le decisioni e chi quelle decisioni deve subire.
[snip]
> Se devo parlare di chi non conosco, e mai conoscerò (né lui, né le
> sue idee), preferisco parlarne bene, concedendogli almeno il
> beneficio del dubbio: quando si tratta di noi stessi siamo
Queste affermazioni a rigor di logica sono in contraddizione e per
diversi motivi.
Tra l'altro il limbo del dubbio è irrispettoso nei confronti di chi
per quanto certe scelte gli possano costare... le prende lo stesso.
Non solo, ma questa posizione finisce poi per esprimersi in "solo
chiacchere e distintivo": non è colpa mia se lavoro alla SCO, ma è il
sistema malaaaaato.
Ti faccio notare nuovamente che di sicuro la SCO non è certo il posto
dove brilli l'etica del lavoro... in un verso e nell'altro.
Pensi forse che i dirigenti di SCO siano molto generosi nei confronti
dell'uomo delle pulizie? Se si, in un qual modo è complice, se no...
il fallimento di un'azienda come SCO, che di sicuro non crea ricchezza
ma al limite la brucia per accentrarla, libererà risorse e creerà
opportunità di lavoro decisamente più allettanti per l'uomo delle
pulizie.
E su queste strade si finisce per giustificare una mentalità
revisionista che mette sullo stesso piano partigiani e camice nere...
tanto in fondo il mercato equalizza no?
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