* Titanicus <mem6927@xxxxxxxxxxxxxxxxxxx> [080404, 19:26]:
> Ho visto troppo spesso che chi spiega si preoccupa ben poco di comunicare
> ciò che sa; sembra invece che voglia dimostrare agli altri quanto ne
> sappia e che quello che sa lo sa bene e speditamente.
> Invece se uno sta attento alle facce della platea e tiene sempre presente
> che la gente non è nella sua testa, si riesce ad avere un rapporto diverso
> con chi ascolta.
Tutte argomentazioni giustissime. Credo sia opportuno dire, pero', che
anche la platea deve fare la sua parte per comprendere e non
passivamente lasciarsi bombardare di informazioni. Ho seguito un corso
IFOA da niubbo quest'autunno (a seguito di un' annuncio passato in
lista) tenuto da un docente preparato ma soprattutto capace di
sviscerare le informazioni in piu' di un modo. Questo e' stato
fondamentale per il mio percorso formativo. Ero io a "rompere" le
scatole al docente pregandolo di illuminarmi su alcuni passaggi che mi
risultavano oscuri (ricordo che discutemmo per 5 minuti su grub perche'
non mi entrava in testa come questo tirasse su il kernel :) ) alla fine
l'ho capito perche', con pazienza, variava termini e parole in base ai
miei input. Una platea inerme e' quanto di piu' brutto, credo, possa
accadere (cosi' come una platea presuntuosa o rompina si intenda), un
platea interessata fornira' spunti di approfondimento o, viceversa,
domande per ripresentare argomenti gia esposti ma che per essere
compresi hanno bisogno di un approccio un po' diverso.
Anche questo rapporto aiuta a tenere alta l'attenzione perche' invita
chi ascolta ad essere partecipe.
Le nostre lezioni erano lunghissime, 4 ore alla mattina e 4 al pomeriggio, e
quindi arrivavamo alla fine decisamente cotti. Spesso l'esposizione dei
concetti veniva intervallato con esercizi pratici (avevamo la fortuna di
un pc a testa, non so se sara' lo stesso in questa occasione), li ho
trovati molto utili, piu' che fini a se stessi (tanto provi poi a casa o
in ufficio per bene), per staccare per diversi minuti dal parlatoio :)
|