Scusate la presunzione, mi sento di darvi qualche consiglio, visto
che sono stato alcune volte relatore ma soprattutto tante volte purtroppo
spettatore smarronato.
----------- Argomento 1 ------------
Durante le esposizioni, l'attentività (si dice proprio così, è diversa
dall'attenzione) dell'individuo viene meno dopo 40-45 *massimo* 50 minuti,
oltre quel limite non c'è speranza di tenere le menti delle persone
rivolte verso chi spiega.
Per questo motivo i relatori più scaltri e i moderatori più accorti fanno
delle pause (caffè, sigaretta, fuffa...) e cmq condiscono l'esposizione
con frasi folkloristiche, esempi di vita quotidiana, e a volte indugiano
senza remore in enfatiche gesticolazioni, espressioni facciali e posture
desuete. Ci sono casi in cui durante la proiezione di diapo, chi vuole poi
fare le cose in grande, ogni tanto (calcolato tipo ogni 20 minuti) ci
mette una foto di una modella o di qualcosa che possa far risvegliare
l'attenzione verso lo schermo, per poi dire "quei mascalzoni dei miei
colleghi sempre pronti a farmi scherzi".
Per esempio, una citazione di un fortune o qualche commento buffo di
un sorgente ogni tanto non ci stanno male. L'importante è che
riguardino l'informatica un po' di striscio, se non affatto: di questa se
ne parla già abbastanza in tutto il corso.
La torta in faccia a Bill Gates fra una diapo e l'altra può essere
d'aiuto, per esempio.
Questo non deve però lasciar cadere un necessario rigore che deve rendere
l'idea di un sistema altamente professionale. Non si deve dar l'idea di
essere dei dilettanti, le cose vanno fatte e preparate con cura.
Insomma, rendere vivace e colorita la cosa, paga; il genio e la
sregolatezza rendono più fascino e attraggono più dell'accademico
sistematico.
Okkio a non diventare ridicoli, le cose bisogna saperle fare. Mostrare
sicurezza a volte può bastare.
------------- Argomento 2 ------------
Ho visto troppo spesso che chi spiega si preoccupa ben poco di comunicare
ciò che sa; sembra invece che voglia dimostrare agli altri quanto ne
sappia e che quello che sa lo sa bene e speditamente.
Invece se uno sta attento alle facce della platea e tiene sempre presente
che la gente non è nella sua testa, si riesce ad avere un rapporto diverso
con chi ascolta.
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Scusate, non voglio fare il sapientino, ma è che ne ho piene le tasche di
ascoltare gente che non sa esporre, che prende tante cose per ovvie, che
fa confusione mescolando concetti e argomenti senza i necessari passaggi,
che parla sempre con lo stesso tono di voce sempre serio e compassato e io
intanto mi chiedo "perché tanta violenza?"... e mi allontano...
Invece l'obiettivo è quello di attirare, di incuriosire, di stuzzicare...
Tit.
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