* martedì 06 aprile 2004, alle 17:46, Ilias Bartolini scrive:
> question 1:
> Come autore immagino che possa malauguratamente decidere di cambiare licenza
> (o no?) per una più restrittiva, magari closed source e vendendo il mio
> software come proprietario...
> cosa succede a tutto ciò che ho prodotto e già rilasciato finora?
Puoi ovviamente farlo, e il software fin qui rilasciato _rimane_ gpl.
Ovvero chiunque puo` utilizzarlo, copiarlo, modificarlo, distribuirlo,
sotto licenza gpl (fino all'ultima versione gpl).
Quindi, se c'e` chi puo` farlo, lo sviluppo puo` continuare sotto un
fork, _se_ mantiene la stessa licenza.
> ossia le vecchie relase dovranno continuare ad essere GPL e solo sulle
> future posso cambiare licenza? oppure posso revocare la GPL anche
> sulle vecchie versioni?
Evidentemente la prima.
Le licenze, genericamente parlando, non sono revocabili.
(le due sottodomande successive non si applicano, visto quanto sopra).
> question 2:
> Qualcuno può prendere il mio software GPL e separatamente vendere delle
> patch, che non contengono in minima parte i miei sorgenti, che applica
> personalmente e il cui sorgente non è aperto?
Se intendi patch closed source (?), da applicare ad un sw gpl, ovvero la
modifica di esso, questo di per se non e` un problema. Il problema
subentra in fase di distribuzione.
Es:
sviluppo il sw PIPPO, in gpl.
Tu trovi PIPPO utile per i tuoi scopi, salvo una (o piu`) modifica, che
serve a te.
Tu puoi: usare la _tua_ versione di PIPPO, modificata, e non darla a
nessuno.
Tu puoi: usare, e distribuire (commercialmente o no, non e` rilevante
[*]) PIPPO-plus (ovvero con la tua patch), sotto licenza GPL.
Tu non puoi: "incamerare" PIPPO in una versione non GPL, e distribuirlo.
(commercialmente o no).
Per questo genere di necessita`, di solito in ambito "librerie", per cui
e` normale e pensabile, che la libreria venga utilizzata non solo in
ambito free, e` stata fatta la LGPL, che permette, a differenza della
GPL, di essere utilizzata (incamerata) in un software non libero
(ovviamente, cio` non intacca l'uso free della libreria).
Questo ad esempio, e` il caso delle gnu-libc. Se essa non fosse lgpl,
non potresti compilare programmi non free (sotto linux, e` _l'unica_
libreria C disponibile, AFAIK).
Ad ogni buon conto, e` una scelta strategica, non funzionale. Nulla
vieta di scrivere anche librerie in GPL. L'idea dietro era che limitare
cosi` la libc, sarebbe stato un limite troppo forte per il software
sotto linux.
[http://www.gnu.org/gnu/thegnuproject.html]
[*]
E` poco rilevante il commerciale, perche` il punto e` sulla
(re)distribuzione. Nulla vieta a te di far pagare per la distribuzione,
purche` io, una volta ottenuto il software, possa redistribuirlo
liberamente. Quello che succede e` che il "primo" paga, gli altri no.
Salvo errori, ed omissioni.
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Maurizio - Tannoiser - Lemmo
Founder Member of ERLUG http://erlug.linux.it
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Wasting time is an important part of life.
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