On Sat, Mar 20, 2004 at 05:11:19PM +0100, Ivan Sergio Borgonovo wrote:
[cut]
> Sei più luddista di me, io ho delle speranze nel progresso ;).
>
> A me basta che un tool di configurazione sia prevedibile. Prevedibile
> vuol dire che se scrivo una cosa, non me la sminchia con una a caso.
> Poi più responsabilità riesce a prendersi, più complessità riesce a
> gestirmi, più sono contento.
In Debian se in fase di aggiornamento dei pacchetti viene rilevato che
le configurazioni sono diverse da quelle di default, viene proposto se
1- mantenere quelle modificate
2- veder le differenze
3- metter su quelle nuove
4- ripensarci dopo
5, 6, non ricodo cosa facciano.
Il default e` mantenere le modifiche. E a me sembra un buon default.
> Una cosa da tenere presente è: la dipendenza da tool.
> Ora se il tool è iperaffidabile, non tende a auto-sminchiarsi, a poche
> dipendenze da altri pezzi di software, è portabile... allora puoi
> diventarne "dipendente", perchè è difficile che ti lasci a terra.
>
> Per quanto capisca che difficilmente l'iperaffidabilità e la
> iperflessibilità siano traguardi raggiungibili questo comunque non fa
> di questi tool oggetti del Demonio(tm). Anzi anche un buon admin
> potrebbe farne buon uso per mettere in piedi un framework su cui fare
> fine tuning.
>
> Ovviamente per chi non fa il sysadmin oggi almeno YaST (ma magari
> altri tool) è già a livelli sufficientemente apprezzabili da
> costituire una soluzione valida nella maggioranza dei casi.
Io con YaST ci ho litigato qualche tempo fa.
Principalmente con YaST 1, ma anche con YaST 2 che non sono mai riuscito
a far andare decentemente.
I miei punti di discordia principali con YaST sono stati gli
aggiornamenti, e la "pesantezza" del sistema. E sto parlando di YaST 1.
YaST 2 per me e` stato solo "una versione piu` pesante di YaST 1".
Se poi io ho conosciuto male YaST, ed e` colpa mia che non sono entrato
in sintonia con lui pazienza.
Ma a me non sta simpatico. :-PP
Mi inziano ad essere simpatici pero` i web-configuration, a partire da
cups, per passare da webmin, fino ad usermin.
Si vede che il tempo, oltre che al vino fa bene anche all'informatica.
> Il problema non è sapere o non sapere. Il problema è avere la libertà
> di sapere o non sapere.
>
> Ci sono programmatori di FORTRAN con i controcoglioni che non sanno
> nemmeno cos'è un filesystem. E questo è bene perchè vuol dire che
> hanno a disposizione un buon compilatore, delle buone librerie e un
> bon OS che gli evitano di doverci pensare.
Io comunque rimango della mia idea: e` meglio sapere, e non averne
bisogno, che non sapere, e magari averne bisogno.
Ciao!
--
Nothing astonishes men so much as common sense and plain dealing.
-- Ralph Waldo Emerson
Bye by Vlad/Nick
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