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Re: [Erlug] Decreto legge "salva cinema"

To: erlug@xxxxxxxxxxxxxx
Subject: Re: [Erlug] Decreto legge "salva cinema"
From: vic <vic@xxxxxxxxxxxxxx>
Date: Thu, 18 Mar 2004 11:34:18 +0100
* Nando Santagata <nando@xxxxxxxxx> [180304, 10:22]:
> On Thu, Mar 18, 2004 at 12:18:17AM +0100, vic wrote:
> 
> Il problema che vedo io in tutta questa faccenda e` che nell'epoca
> digitale *quel tipo di business* e` semplicemente sbagliato e andrebbe
> cambiato.

Dal punto di vista della dottrina economica ti potrei anche dare
ragione, ma i tempi di adeguamento del sistema alle novita' non
coincidono con quelli dello sviluppo delle idee. Si arrivera' anche a
cambiare il sistema ma non lo puoi fare in due giorni.
(gli amanuensi sono spariti, ma per quanto tempo hanno convissuto con la
stampa?)

> E` vero che ha avuto un'idea fondamentale per lo sviluppo della razza
> umana, ma ha sbagliato business.

Il Business giusto sarebbe stato recintare ogni cava di selce e prendere
a selciate chiunque si avvicinasse! :-) scherzo eh!!!

> Per tornare ai giorni nostri, su /. mesi fa e` passato un articolo in
> cui si dimostrava che in una band di 4 persone che produce un disco
> d'oro, i guadagni personali degli artisti sono inferiori allo stipendio
> annuo di un infermiere.

Sinceramente non mi sembra di avere mai visto un disco d'oro andare in
giro in Panda, ma non conosco quell'articolo e i termini in cui
ragionava.

> Cosa ci insegna questo?
> Che i ricavi della vendita dei dischi vanno *solo* ai discografici, non
> agli artisti.

Che le percentuali sugli incassi di un disco vadano in maggior parte ai
discografici mi sembra logico visto che e' l'industria discografica che
sostiene la totalita' (o quasi) dei costi di produzione e di
distribuzione e che questi devono essere coperti proprio con i ricavi.

D'altronde fra Discografici e Artisti c'e' un contratto che entrambi
hanno firmato.

> Gli artisti guadagnano sui concerti (e infatti recentemente le case
> discografiche hanno cominciato a chiedere agli artisti anche percentuali
> su concerti e merchandising...), quindi a loro possiamo dire "rent a
> bus, hit the road, play guitar": e` il loro mestiere e anche la fonte
> principale dei loro guadagni.

> Il problema e` un'industria discografica avida e senza idee, non il
> fatto che i bit si possano copiare.

Che l'industria discografica sia avida sono d'accordo, che di idee in
campo ne metta poche idem, ma che i bit siano copiabili e' un problema
reale nel momento in cui quello e' il mezzo di distribuzione della tua
opera.

Esempio stupido (tanto uno lo hai fatto anche tu :-)):
2 anni fa Stephen King ha cominciato a pubblicare un romanzo su
internet.
Era liberamente scaricabile e veniva richiesto il versamento di un
dollaro (o forse meno, non ricordo) ogni capitolo (praticamente in forma 
volontaria visto che prima
scaricavi e poi se volevi pagavi), una specie di try&buy.
Bene il progetto e' naufragato visto che dopo la pubblicazione di alcuni
capitoli i versamenti erano praticamente nulli.
L'iniziativa era valida e per niente costosa e da un certo punto di
vista decisamente provocatoria (non verso l'industria editoriale ma
verso gli utenti di internet!). COsa ha dimostrato? che difronte alla
scelta fra un costo accettabile e fare lo gnorri la maggioranza sceglie
"faccio lo gnorri"
E questo fa cadere anche l'idea Robinhoodesca che la pirateria esiste
solo perche' i dischi sono cari.

-- 
Pace e Amore
    vic
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