Sythos ha scritto:
Una nota: non ho ancora provato sul campo il ripristino, non ho ancora
avuto l'esigenza..
Un consiglio da chi ci è passato: se non provi il ripristino, il backup
migliore è tar /tmp > /dev/null ... veloce, occupa poco spazio, ed è
più o meno altrettanto utile.
I Veri Uomini(TM) per provare il ripristino fanno rm -rf del sottoalbero
interessato; io più prudentemente estraggo in un sottoalbero parallelo e
confronto.
Davvero, il ripristino bisogna provarlo prima, quando non si è sotto
pressione e non è troppo tardi per accorgersi che manca qualcosa che
ci vuole (la verifica fisica serve e non serve; i problemi sono sempre
stati legati a *cosa* c'era, non a difetti fisici che tuttavia sono
sempre possibili).
Un annedoto che dovrebbe far riflettere chi fa backup su HD. Qualche
tempo fa ci è saltato un disco da 80 GB; investigando la situazione
dato che servivano i dati *di quel giorno* ho scoperto che:
- i dischi moderni, diciamo da 20 GB, vengono con una quantità di
blocchi difettosi già di fabbrica;
- detti dischi contengono una NVRAM in cui è memorizzata la mappa dei
blocchi difettosi, aggiornata a cura del firmware;
- un blocco può diventare difettoso quando ci si scrive, il firmware
se ne accorge (immagino abbia una testina di verifica dietro quella
di scrittura) e rimappa;
- quando la NVRAM finisce, accedere al disco diventa "fastidioso"
ovvero richiede utility varie che ignorano le lamentele del firmware.
La chicca sta nel fatto che la NVRAM è dimensionata sulla durata della
garanzia, cosa fattibile dato che la probabilità di corrompere un
blocco scrivendolo è più o meno nota ai costruttori; quindi più si
scrive prima la si finisce. Da un certo punto di vista, magari scrivendo
molto si riesce a finire la NVRAM prima che scada la garanzia, così non
si ha più il backup ma si ha un disco nuovo; immagino che la situazione
normale consista nel finire la NVRAM a garanzia scaduta.
Davide Bolcioni
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Paranoia is a survival asset.
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