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Re: [Erlug] strategie di backup

To: erlug@xxxxxxxxxxxxxx
Subject: Re: [Erlug] strategie di backup
From: Davide Bolcioni <w7dmotu6hjru1001@xxxxxxxxxxxxxx>
Date: Tue, 16 Apr 2002 22:37:30 +0200
Fabio Muzzi kurgan@xxxxxxxxxx [mlerlug/Lista ERLUG] wrote:

  Ancora  una  volta sono qui a chiedere qualcosa sui massimi sistemi,
  sulla Pura Teoria.


Questo sito e in particolare questa pagina sono interessanti:


  http://www.backupcentral.com/toc-free-backup-software.html


  Pensavo  alle strategie di backup, e a quale consente di ottimizzare
  al  meglio  i tempi di down in caso di grave guasto (tipo esplosione
  del disco).


  Escludendo  il raid o il mirroring, parliamo solo di copie su nastro
  o simili... il miglior modo per ripristinare un sistema da zero (sul
  disco  vuoto)  a mio avviso e` quello di fare una immagine del disco
  fisico (con programmi tipo DriveImage, Ghost o simili) e ricaricarla
  sul  disco  nuovo.  Fare  questo  pero`  implica che il sistema deve
  rimanere  fermo per il tempo necessario a fare l'immagine del disco,
  e  questo deve succedere tutte le volte che si fa un backup. Cosi` i
  fermi   dovuti al backup sono molto piu` lunghi dell'eventuale fermo
  dovuto al restore.


Ecco, non sono d'accordo. Il motivo è semplice: non ho mai visto una

soluzione del genere funzionare. In teoria, tutte dovrebbero funzionare
ma come tutti sanno nell'informatica finchè non provi non ne sei sicuro
(il motivo è la complessità, non c'è niente di mistico: una persona che
pensa "dovrebbe funzionare" sta semplificando troppo). Provare vuol
dire provare un restore (dò per scontato un passaggio di verifica dopo
la scrittura): meglio, vuol dire provare che la procedura di restore
funzioni.

L'immagine del disco ha i problemi che hai individuato, e aggiungo che

al ripristino si possono avere delle sorprese. Per esempio: se vengo da
un disastro serio (incendio) tipicamente ho una macchina che *non ha*
lo stesso hardware della macchina originale, non si trova più. Ne segue
che il kernel ottimizzato per Athlon sull'immagine del disco non parte
sul mio Pentium 6. Niente che un sistemista non sia grado di gestire,
ovviamente, ma il discorso comincia a cambiare da "un click e si
ripristina tutto da solo" a "allora, prima installo il kernel, poi
recupero tutto tranne il kernel ... e i moduli ... però ora devfsd
ha una configurazione diversa ..." e l'esempio è meno campato in
aria di quanto pensiate perchè:
- i server hanno in genere hardware che funziona bene, dura nel tempo
  e non si ricompra con tanta allegria;
- i guasti sui server Linux e Unix sono rari, in particolare una volta
  messa a punto la configurazione (ecco, una immagine una tantum non
  la vedo male invece);
- l'hardware evolve velocemente;
- Linux evolve velocemente.


  Altrimenti  si  va  di  nastro  e  tar,  ma  una cosa mi sono sempre
  chiesto: salvo /dev/ o no? E se no, come la ricostruisco in seguito?
  La  procedura  di  restore  deve  obbligatoriamente prevedere che io
  prima  ripartizioni il disco, poi che monti le partizioni girando da
  una  root  diversa  (tipo  un  cd  di quelli di emergenza) e poi che
  ricarichi  tutto  sulle  varie  partizioni...  e il boot loader? e i
  devices?

  Qual'e` la procedura piu` rapida per fare tutto cio`?


Secondo me, vale la pena di cercare una procedura rapida se qualcosa
accade di frequente e quindi lo devo fare spesso. Per qualcosa che
accade di rado occorre una procedura *sicura* nel senso che mi dia
la certezza del risultato, tenendo ben presente che se accade di rado
non sono allenato a farlo, di solito lo devo fare in circostanze un
pò particolari e quindi la procedura deve fare più controlli di quanti
ne faccia io.

Per quel che riguarda le macchine di cui mi occupo io:
- salvo l'elenco degli RPM installati;
- escludendo aree, p. es. /home, che non sono "di sistema" e per cui
  valgono strategie diverse (volendo anche nessun backup per gli
  antipatici, stile BOFH), salvo tutto ciò che è cambiato rispetto
  a quanto installato oppure non è stato installato da RPM e quindi
  potrei non riuscire a recuperarlo;
- quanto detto va a finire in un .tar.gz, uno per host, e tutti i
  .tar.gz vanno su nastro (sono piccoli);

La mia procedura per un disastro è:
- mi procuro una macchina funzionante;
- ci installo la distribuzione più vicina alla distribuzione originale
  che funziona su tale macchina;
- installo gli aggiornamenti di sicurezza;
- ripesco il .tar.gz, lo esplodo a parte e armato di diff, con santa
  pazienza e con le manine della festa rimetto tutto a posto;
- per finire lo attacco alla rete.

Tale procedura è "sicura" nella misura in cui mi fido della mia
capacità di mettere a posto le cose e del sostanziale buon
funzionamento di Linux. D'altra parte, se Linux sull'hardware nuovo
non va e l'hardware vecchio non lo trovo ...

Ora, evidentemente se lavorassi in Google dove hanno migliaia di host
e se ne guasta più di uno al giorno dovrei adottare una strategia
diversa. Con pochi host, tuttavia, mi pare che inseguire il ripristino
rapido sia una strategia i cui benefici non sono bilanciati dai costi.

Se ci fosse uno strumento che "migra" una installazione Linux
funzionante da un host a un altro (perchè questo è il problema),
sarei felice di saperlo.

Davide Bolcioni
--
There is no place like /home.



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