Mundie: l'open source passi, la GPL crepi In un nuovo attacco alla licenza
GPL e al free software, il CTO Microsoft ammette il suo odio viscerale per
tutto ciò che sa di free. Ma non nasconde il suo amore per l'open source Stampa
07/03/02 - News - Sydney (Australia) - In una lunga intervista rilasciata
di recente al quotidiano australiano The Australian, Craig Mundie, chief
technical officer di Microsoft, si è nuovamente scagliato contro la licenza
GPL definendola "priva di alcun valore".
Come si ricorderà, lo scorso anno la filosofia del free software fu
duramente attaccata da un manipolo di dirigenti del big di Redmond, fra cui
Bill Gates, che etichettò la GPL come "un semplice mito"; Steve Ballmer,
che definì l'open source "comunista"; Doug Miller, che profetizzò la rapida
morte di Linux; Jim Allchin, che dichiarò Linux "anti americano"; ed infine
lo stesso Mundie, che definì il free software "non competitivo".
Questa volta Mundie, a differenza di quanto spesso hanno fatto i portavoce
di Microsoft, sembra aver posto particolare attenzione nel ben discriminare
fra "open source" e "GPL/free software", tanto da arrivare persino ad
ammettere di "amare l'open source".
Mundie ritiene che aziende come Red Hat e SuSE non potranno reggersi in
piedi ancora a lungo se continueranno "a regalare" il proprio software, e
ha poi ribadito un concetto assai caro a Microsoft: "Solo vendendo il
proprio software è possibile ottenere il denaro necessario da reinvestire
nella ricerca e sviluppo". Dunque, secondo Mundie, solo i produttori di
software commerciale avranno la capacità e le risorse per portare avanti
l'innovazione tecnologica in questo settore.
"Le aziende che stanno adottando lo schema di licenza GPL - ha spiegato
Mundie - sono aziende che non hanno un modello di business sostenibile,
almeno non se si presentano come aziende di software".
Mundie ha poi affermato che la gente non ha compreso a pieno la differenza
fra la filosofia della GPL, e dunque del free software, e quella dell'open
source.
"La comunità - ha detto Mundie - tende a considerarle alla stessa stregua,
ma non c'è relazione fra i dimostrati vantaggi del modello di sviluppo open
source e quello che la fondazione del free software sta tentando di
realizzare con la GPL".
"La GPL - ha continuato il boss di Microsoft - è essenzialmente il
tentativo di dar vita ad una comunità chiusa di persone che sono vincolate
alla condivisione dei sorgenti e alla distribuzione gratuita dei diritti:
due fattori che rendono impossibile far nascere un'attività commerciale
attorno ad un prodotto software, a meno che non si tratti di business
tangenziali".
Mundie sembra dunque implicitamente considerare "business tangenziali", e
dunque non direttamente connessi alla vendita del software, quei servizi di
supporto e consulenza che in genere costituiscono l'unica forma di introito
per le aziende che operano nel settore del free software.
Mundie ha ribadito che "Microsoft ama l'open source e non ha nessun
problema con tale concetto". E la dimostrazione, secondo il boss
dell'azienda, sarebbe data dalla continua espansione dell'iniziativa Shared
Source, una strategia che vede il colosso di Redmond condividere i sorgenti
di alcuni suoi prodotti con una cerchia selezionata di partner, clienti ed
istituti accademici. Fermo restando quell'inviolabile principio del big di
Redmond che recita: "Guardare ma non toccare".
Ma se per Microsoft questo basta e avanza per considerarsi "amica", o
addirittura "amante", della filosofia open source, per quella comunità di
persone che si rifà a questo modello di sviluppo la Shared Source
Initiative è solo un tentativo maldestro di Microsoft per fronteggiare il
crescere del software open source e di Linux in particolare.
Lo scorso anno Eryc Raymond, celebre guru della comunità open source, in
risposta alle accuse che Ballmer formulò contro la GPL, affermò che se si
deve parlare di una licenza "virale", allora il dito va puntato sulla
Shared Source di Microsoft.
"Shared source - scriveva - è il virus definitivo. La GPL, che lascia il
vostro cervello autonomo e non può infettare il vostro codice finché voi
non decidiate deliberatamente di incorporarvi codice GPL o link ad esso, è
un innocente simbionte in confronto. Essa realmente vi protegge, perché vi
garantisce il diritto di ridistribuire e riusare il codice che voi vedete.
E così... Chi è "virale" adesso?".
Ma se davvero stanno così le cose Mundie e soci non sembrano assolutamente
disponibili ad essere convinti da queste argomentazioni, ed anzi ritengono
che quella licenza che aggredisce il loro business somigli effettivamente a
un virus. Un virus che, a parere di Microsoft, potrebbe far ammalare
l'intero mercato.
Greetings
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