* mercoledì 20 febbraio 2002, alle 14:06, Carlo Borelli scrive:
> Non sono totalmente d'accordo:
Ci puo` stare... ;)
> e' un po' diverso avere un filettone corrotto di cui non me ne faccio nulla
> tranne che buttarlo nel rusco rispetto ad un una struttura di filettini di
> cui posso, al limite, anche perderne al massimo uno.
> Ed io non sto' parlando di statistische ma di "cases history".
Sono d'accordo, ma personalmente ritengo piu` di impatto l'approcio
"questa tecnica mi fa risparmiare in prestazioni macchina" rispetto a
"questa tecnica mi preserva dalla rottura" nella scelta di un
programma/tipo file ecc.
Un file si puo` corrompere, ma si puo` rompere (aggiungo, anche
abbastanza facilmente) un HD, e ritengo politche serie di backup piu`
centrate rispetto all'integrita` dei dati (copre a 360 gradi) rispetto
alla scelta di un tipo file (che copre un aspetto ridotto).
> Il journaling e' un tipo di tecnica abbastanza recente, non ancora
> dappertutto adottato (immagina la migrazione da sistemi ext2 ad ext3 o
> RaiserFS per dirne una) e le techiche di recupero delle transazioni
> effettuate riguardano la frazione di secondo prima il crash di sistema, non
> quelle durante il crash stesso.
Due mini appunti: il journaling e` recente su linux, non presente su
windows e molto piu` "vecchia" (passa il termine) su unix piu`
"classici" (passa anche questo termine).
La migrazione ext2 -> ext3 e` trasparente.
La migrazione verso ReiserFS e` ecquivalente come "complessita`" e
"tempi" all'aggiunta di un nuovo HD al sistema, quindi non
particolarmente "impattante".
Non ho molto altro da aggiungere a quello che scrivi che trovo cmq
sostanzialmente corretto. Faccio solo un rilievo di "pesi".
> Mi piacciono questi approcci freddi, lucidi e razionali, un po' come il mio
> analista (di sistema, non lo psichiatra!)
troppo buono ;)
--
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Maurizio - Tannoiser - Lemmo
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